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Necessità di costruire il paradigma dell'unità nelle scienze sociali

_31-Adam-Biela Adam Biela

Sociologo, decano e docente presso l'Università Cattolica di Lublino (Polonia).

  1. 1.Introduzione

Thomas S. Kuhn (1962), famosa autorità nel campo della filosofia della scienza, analizzando lo sviluppo della scienza introdusse il concetto di paradigma per caratterizzare le più grandi svolte scientifiche. Egli definì tali svolte come rivoluzioni scientifiche ed indicò nella rivoluzione copernicana il più importante esempio di rivoluzione nelle scienze naturali.

L'insieme delle scienze sociali comprendenti: pedagogia, sociologia, psicologia, economia, management e scienze politiche, non ha ancora elaborato un paradigma nel senso descritto da Kuhn.

La rassegna della letteratura delle scienze sociali mostra che il loro principale oggetto di interesse è di analizzare i processi e i fenomeni sociali, economici, politici, dove la disintegrazione prevale sull'integrazione, la patologia su uno sviluppo sostenibile, le ambizioni individuali sulla ricerca del bene comune; e, infine, dove gli interessi di singoli o di gruppi elitari, che non tengono conto del bene degli altri, prevalgono sulla necessità di abituarsi a collaborare e ad educare all'altruismo.

Un esempio di tale tendenza può essere la letteratura riguardante i comportamenti collettivi  (collective behawiour), dove, dai tempi della prima pubblicazione di Le Bon (1895) sulla psicologia della folla, vengono sviluppate teorie e fatte analisi sui comportamenti distruttivi della gente quando si trova in mezzo a una folla.

Come hanno invece dimostrato le analisi di comportamento della gente nelle cosiddette assemblee di piazza (agoral gathering), il trovarsi in tali situazioni arricchisce la personalità dei singoli, accelera i processi di integrazione sociale e provoca cambiamenti positivi su scala macrosociale (Biela 1989). Nell'anno 1989 è stata da me introdotta, nell'ambito della letteratura delle scienze sociali, la categoria di "agoral gathering" in opposizione a psicologia della folla. Ne ho indicato l'essenza nell'esperienza di unità vissuta dalle persone: l'unità di pensiero, di affetti, di aspirazioni e scopi.

Esempi contemporanei di assemblee di piazza che hanno provocato cambiamenti sociali positivi sono:

il primo pellegrinaggio di Giovanni Paolo II in Polonia, nel 1979;

- il movimento di "Solidarność" in Polonia negli anni '80-‘81;

- la "rivoluzione di velluto" in Cechia e Slovacchia;

- i movimenti pacifisti in Germania (principalmente a Berlino), che hanno condotto all'abbattimento del muro di Berlino;

- la difesa della stazione radio a Vilnius (Lituania);

- la "rivoluzione arancione" in Ucraina.

Il potenziale di energie accumulato durante queste assemblee di piazza ha portato ad abbattere, senza spargimento di sangue, dei regimi totalitari. Senza questi processi, in Europa non sarebbe stata possibile nessuna integrazione, né un'Unione Europea nella forma attuale.

L'analisi del comportamento della gente nelle assemblee di piazza fa capire la necessità di costruire, nelle scienze sociali, un paradigma interdisciplinare dell'unità come base metodologica per costruire modelli teorici per una strategia di analisi empirica e di schemi di applicazione.

Suggerimenti per l'elaborazione di un tale paradigma, ispirato dalle varie attività del Movimento dei Focolari, sono stati presentati in occasione del conferimento a Chiara Lubich del dottorato honoris causa in scienze sociali presso l'Università Cattolica di Lublino (Biela 1996). Su questo tema ha parlato qui, in modo competente e metodologico, Vera Araújo.

In questo intervento indicherò le motivazioni fondamentali per un lavoro sul paradigma dell'unità. Oltre alla conoscenza della verità riguardo all'uomo e alla società, c'è anche una motivazione teleologale che consiste nello stimolare lo sviluppo sociale e civile verso percorsi di consenso, reciproca conoscenza, comunione dei beni, integrazione sociale.

In questa sede le riflessioni metodologiche saranno limitate ad osservazioni riguardanti la metodologia di due discipline che appartengono alle scienze sociali: l'economia e la psicologia. Queste riflessioni toccheranno i temi della ricerca, i metodi e gli scopi di queste discipline per diffonderle e, allo stesso tempo, per perseguire una integrazione metodologica basata sulla visione del carisma dell'unità.

                  2. Paradigma dell'unita' nelle scienze economiche  

L'economia e' una disciplina che appartiene sia alle scienze sociali che alle scienze dei comportamenti. Oggetto dell'economia, come scienza dei comportamenti, sono i comportamenti economici dei soggetti partecipanti alla vita economica.

Si può parlare di due tipi di scopi nelle scienze economiche:

1) descrittivi: descrizione dei comportamenti dei soggetti in diverse situazioni economiche;

2) normativi: indicazione dei comportamenti economici ottimali in date situazioni di scelta. I metodi di analisi economica permettono di stabilire quali comportamenti economici sono ottimali dal punto di vista di determinati criteri di razionalità (per es. il criterio di massimizzazione del profitto desiderato, il criterio di minimizzazione delle perdite, il criterio alfa, il criterio di La Place).

Tuttavia, il problema sociale e morale essenziale e' stabilire chi, a quale costo e a costo di chi, si massimizza l'utile dell'attività economica che, per sua natura, presuppone la necessità di correre un rischio.

Il paradigma dell'unità applicato all'economia implica il postulato metodologico che nelle analisi si tenga conto di un sistema di comportamenti economici a più dimensioni, invece di restringere l'oggetto di queste analisi ad un particolare settore di partecipanti alla vita economica. Dal punto di vista di questo paradigma, essenziale e' la sistematizzazione dei comportamenti economici e la loro subordinazione ai soggetti ai quali si riferiscono: famiglie, disoccupati, comunità locali, impiegati statali e di aziende private, pensionati, invalidi, ordini religiosi, organizzazioni non governative, imprese private, multinazionali. Solo questa prospettiva di sistematizzazione dà la possibilità di abbracciare, in modo completo, lo spettro dei comportamenti economici. La maggioranza di questi comportamenti è finora al di fuori degli interessi dell'economia.

Uno degli aspetti dell'analisi economica è l'analisi delle scelte rispetto agli effetti economici. Sul piano formale il risultato di tale analisi è l'indicazione di quale attività sia ottimale dal punto di vista di un dato criterio di razionalità. Il paradigma dell'unita', applicato all'analisi economica, richiede un allargamento degli scopi dell'analisi stessa: si tratta non solo di sfruttare al massimo attività economiche e, con questo, abbassare al minimo i costi, ma anche di ottenere, nello stesso tempo, questo effetto per il numero maggiore di soggetti, di famiglie e di non emarginare persone che hanno un accesso molto limitato alle possibilità economiche.

Tenendo presente lo schema della teoria dei giochi, la sua applicazione al paradigma dell'unità richiede un cambiamento di mentalità da parte dei partecipanti alla vita economica. Il comportamento tipico del gioco - normalmente la concorrenza - (gioco di x persone a somma zero) verrebbe sostituito da comportamenti di tipo cooperativo.

Uno degli aspetti essenziali del paradigma dell'unità è la capacita di condividere l'utile, ottenuto con l'attività economica, con persone che, con le sole loro forze, non hanno possibilità di attivare iniziative produttive. Esempi di realizzazione di questo paradigma sono le aziende che funzionano nell'ambito del progetto Economia di Comunione. La novità di questo progetto consiste proprio nel come queste aziende definiscono un criterio ottimale di distribuzione degli utili. Gli utili per persone al di fuori dell'azienda (per es. per persone in necessità che vivono nei pressi dell'azienda, per famiglie, per persone  che desiderano essere autosufficienti avviando attività economiche, piccole aziende private, il cosiddetto small business) sono considerati come utili per l'azienda stessa. Questa ottimizzazione è utile sia all'azienda che condivide gli utili, sia ai soggetti al di fuori di essa. In questa seconda dimensione l'ottimizzazione si esprimerebbe, non tanto nella soddisfazione di bisogni di consumo delle persone, ma nell'interessarle ad investire dei mezzi al fine di intraprendere insieme un'iniziativa economica che permetterebbe loro di legare il proprio lavoro con l'aiuto economico ricevuto e di partecipare così all'economia di mercato come soggetto economico distinto. L'economista brasiliano Josué de Castro ha formulato il principio dell'aiuto al povero del Sud del mondo così: "Non dare pesce, ma insegnare a pescare". In più bisognerebbe aggiungere a questo principio l'ispirazione che deriva dal paradigma dell'unità: insegnare non solo a pescare, ma anche a condividere con gli altri il pesce pescato. L'applicazione del paradigma dell'unità alle aziende che realizzano i principi dell'Economia di Comunione e' illustrata dal disegno 1.  Questa applicazione si può descrivere come una forma di microeconomia.

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Disegno1. Schema che illustra le applicazioni del paradigma dell'unita' all'azienda (N) che attua i principi dell'Economia di Comunione nel suddividere gli utili della sua attività economica in condizioni di economia di mercato.

Lo schema presentato nel disegno 1. può venire interpretato come costruzione di una cultura di organizzazione e di un clima di condivisione degli utili dell'attività economica di una azienda (N). Oltre ai mezzi previsti per investimenti e sostegno ad istituzioni e programmi per la formazione di uomini nuovi, l'impresa destina parte degli utili a sostegno di investimenti di persone che intendono intraprendere una piccola attività economica. L'aiuto all'investimento dovrebbe, però, essere accompagnato da formazione e consulenza su come sviluppare l'attività economica e dalla scelta di condividere gli utili ottenuti in futuro da questi soggetti (N1, N2, N3) con persone che possono ricevere tale aiuto (N11, N12, N13, N21, N22, N23, N31, N32, N33), in modo analogo agli aiuti per investimenti ricevuti dalle ditte N1, N2, N3, dell'impresa N.

Un'altra interpretazione del disegno 1 e' la costruzione di un particolare modello di relazioni pubbliche da parte dell'impresa N, che dà vita, con il passare del tempo, vicino all'azienda, ad un ambiente basato su relazioni partner fra soggetti economici di produzione o servizi.

Sulla base di un tale modello di relazioni economiche si può proporre un nuovo modello di analisi economica, dove il bilancio degli utili e delle spese attuali o prevedibili delle attività economiche sarebbe appunto basato sul paradigma dell'unità. Questo bilancio esprimerà in modo completo le possibilità di un utile comune di soggetti economici che collaborano fra loro. Sulla base di tali analisi si potrà anche parlare di una più giusta suddivisione delle spese legate all'attività economica.

Un' altra espressione del paradigma dell'unità nelle scienze economiche e' la raccolta di piccole quote di capitale per realizzare uno scopo socialmente accettato. Esempi possono essere raccolte di fondi a scopi caritativi, aiuti umanitari per le vittime di catastrofi naturali, interventi chirurgici per persone che non sono in grado di coprirne i costi, borse di studio per bambini e giovani di famiglie povere.

2. Paradigma dell'unita' nelle scienze psicologiche

Lo statuto metodologico della psicologia è molto più complesso di quello dell'economia. La psicologia è annoverata contemporaneamente  fra le  scienze sociali e quelle del comportamento, fra le scienze umanistiche e quelle naturali. La rassegna della letteratura psicologica mostra che nelle analisi psicologiche dominano decisamente la problematica della psicopatologia, della psicologia clinica, della disintegrazione, le motivazioni individualistiche, l'aggressività e la rivalità.

Il paradigma dell'unita' relativamente alla psicologia propone l'analisi di quei comportamenti, necessità, motivazioni, atteggiamenti emotivi, il cui scopo è:

- raggiungere un accordo fra le persone;

- sperimentare comunione di esperienze, di motivazioni, di valori, di scopi, di attività;

- condividere beni, aiuto agli altri;

- perdonare se stessi e gli altri;

- empatia, affiliazione, amicizia, benevolenza, accettazione;

- modo di pensare pro-sociale;

- atteggiamento altruistico (sacrificarsi per gli altri, disposizione a servire, capacità di compiere atti eroici per gli altri).

La psicologia come scienza si propone sia scopi di conoscenza (conoscenza della verità sull'uomo, sui suoi comportamenti nelle situazioni di vita quotidiana e in situazioni estreme), sia scopi di applicazione (aiuto psicologico a persone perché possano agire in modo più efficace nei ruoli sociali, nel raggiungimento degli scopi di vita e nell'utilizzo di capacità psicologiche ed intellettuali).

Riguardo agli scopi di conoscenza, il paradigma dell'unità aiuta a comprendere la verità sull'uomo in modo più integrale e completo. Permette di presentare alla psicologia una concezione di personalità matura, il cui criterio è raggiungere e mantenere l'integrazione interiore, l'identità della persona e l'unità prima con se stessi e poi con quelli che sono in rapporto di famiglia, di lavoro, di vicinato o altro e, infine, di unità con Dio. 

I rapporti che costituiscono l'unità della personalità, della persona, fra le persone, col mondo della natura e con la realtà trascendente (con le persone divine) sono presentati schematicamente nel disegno 2.

  img_2_Adam_Biela

Figure 2. Schema di applicazione del paradigma dell'unità per la conoscenza e l'applicazione della psicologia.

Nel contesto degli scopi di applicazione della psicologia come scienza, il paradigma dell'unità suggerisce, nell'aiuto psicologico, di orientarsi a formare la capacità di immedesimarsi con lo stato mentale ed emotivo dell'altro (degli altri), cioè di sviluppare l'empatia, la cui base è l'analogia delle esperienze, delle aspettative, degli atteggiamenti, degli scopi, dei valori e delle motivazioni.

Risulta che orientarsi a vedere le cose dalla prospettiva dell'altro aiuta a superare le proprie difficoltà nell'integrazione con se stessi.

Lo schema presentato sul disegno 2 può essere anche trattato come modello generale di aiuto psicologico consistente nella capacità della persona in stato di difficoltà psicologica di costruire legami empatici con un'altra persona. Risulta che il punto di vista dell'altro permette di integrare meglio la propria personalità, di utilizzare meglio le proprie capacità intellettuali, di agire in modo più creativo ed impegnato dal punto di vista emotivo nelle situazioni sociali e nei ruoli professionali.

Nelle situazioni di particolari difficoltà psicologiche, ad es. in situazioni di consulenze matrimoniali, familiari, scolastiche, professionali, pastorali ed altre, occorre adattare l'applicazione del paradigma dell'unità ai rapporti concreti della persona con le altre persone nella situazione data.

3.                  Osservazioni finali

Dalle osservazioni presentate sul tema del paradigma dell'unità nelle scienze economiche e psicologiche risulta che l'innesto di questo paradigma nei fondamenti metodologici di queste discipline permette di raggiungere i seguenti scopi di conoscenza e di applicazione:

1) una comprensione più completa dei comportamenti delle persone in situazioni di vita quotidiana e in situazioni estreme;

2) l'attenzione all'aspetto positivo del comportamento umano, importante completamento delle analisi sociali;

3) una nuova luce sui problemi economici e psicologici nel contesto del rapporto con gli altri (contesto sociale);

4) una nuova metodologia di sistematizzazione dei fenomeni e dei processi economici e psicologici;

5) elaborazione di metodi più efficaci di analisi economica e di consulenza psicologica.

Analisi metodologiche simili riguardanti il paradigma dell'unità possono essere proposte in relazione ad altre discipline appartenenti alle scienze sociali: sociologia, pedagogia, scienza dell'organizzazione e gestione e scienze politiche. Spero che tali analisi potranno essere presto intraprese sia nell'Università' Cattolica di Lublino che in altri centri accademici.

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