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La storia della solidarietà europea (1968-69)

_34-Alberto-ferrucciAlberto Ferrucci

L'appello di Chiara Lubich ai giovani del Movimento, nel 1969, per realizzare una "Operazione-Africa", voleva rispondere ai bisogni materiali del posto e istaurare una esperienza di reale uguaglianza. Le qualità che Chiara aveva trovato nel popolo Bangwa al suo primo contatto l'avevano convinta che qui poteva esserci un vero scambio di doni, un'autentica reciprocità. L'Africa aveva tanto da dare al mondo occidentale. Non solo i giovani ma anche gli adulti del Movimento si sentiranno stimolati ed entreranno in un dinamismo che costruisce una reciprocità che va a vantaggio di ambedue le parti. Alberto Ferrucci, ingegnere chimico, ci racconta brevemente un'esperienza che per tanti versi è esemplare dell'impegno dei Focolari in questi anni.

Ero entrato a vent'anni, come studente lavoratore, alla Raffineria ERG di Genova (Italia) e dieci anni dopo ero caporeparto agli impianti di distillazione. In quei primi anni di lavoro erano nati molti rapporti di amicizia con i colleghi e con i lavoratori con cui trascorrevo le lunghe ore di lavoro, nei turni di giorno e di notte.

Nel 1967, avendo sentito parlare di Fontem, mi ero impegnato in prima persona.

Iniziai così a raccontare a tutti i miei amici del lavoro la storia di Fontem, e come occorreva da una parte pensare al futuro di quei bambini che i medici aiutavano a salvare, e dall'altra contribuire a modernizzare il paese. Era necessario portare l'energia elettrica, almeno per l'ospedale, fornendo una canalizzazione in acciaio per convogliare l'acqua del fiume ad una turbina idroelettrica già in loco.

Alla fine del racconto chiedevo a ciascuno se era disponibile a donare la paga di un'ora di lavoro al mese, per nove mesi, per acquistare queste strutture e montarle sul posto.

Ripetuto questo discorso a 140 amici, ottenendo sempre una risposta positiva, decidemmo di esporre nella portineria dell'azienda una lettera per tutti i lavoratori, firmata dai 140, in cui si proponeva a tutti l'iniziativa.

Arrivò una risposta positiva da 550 dei 900 lavoratori dell'azienda. Si decise di creare un "Comitato per la Collaborazione allo  Sviluppo del Popolo Bangwa", il quale doveva provvedere ad acquistare da una industria siderurgica genovese le lamiere necessarie per costruire la condotta. L'azienda siderurgica, conosciuto lo scopo della fornitura, applicò ad essa un prezzo ridotto, così con i fondi raccolti dai lavoratori fu possibile acquistare anche due chilometri di tubazioni di acciaio per il primo acquedotto di Fontem.

Le lamiere vennero sagomate a forma di mezzo tubo, lavorando gratuitamente, da meccanici dell'azienda. Si trovarono anche uno spedizioniere ed un armatore disposti al trasporto gratuito del materiale a Douala. I portuali genovesi sospesero il loro sciopero perché non perdessimo l'imbarco. Il lavoro di montaggio a Fontem fu poi effettuato, con l'aiuto di vari lavoratori locali, da due esperti montatori della ERG, che ritornando poterono testimoniare che il contributo dei lavoratori era andato a buon fine.

Una festa indimenticabile chiuse questa prima esperienza di cooperazione della nostra azienda con un popolo africano. Esperienza capace di unire in un rapporto di parità, al di là dei rapporti gerarchici, operai, tecnici, dirigenti e proprietari, tutti impegnati nella realizzazione di un comune obiettivo di solidarietà umana.

La notizia di questo gemellaggio dei lavoratori di una industria petrolifera italiana con un popolo dell'Africa sub-sahariana si diffuse sui giornali italiani. L'anno successivo il ministro camerunese del lavoro venne personalmente alla raffineria ERG per ringraziare dell'avvenuto.

Messaggio

Chiara Lubich

L'amore fraterno stabilisce ovunque rapporti sociali positivi, atti a rendere il consorzio umano più solidale, più giusto, più felice...

-Chiara Lubich

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