3) Siamo giunti al terzo intervento quello di Vincenzo Zani.

Vincenzo Zani, con la sua ampia esperienza ecclesiale e culturale, ci offrirà adesso alcuni spunti, non privi di provocazione, per una riflessione sulla presenza universale del conflitto nella socialità umana, e sull'importanza di un approccio sociologico per una sua comprensione e risoluzione. Personalmente, il suo intervento mi è sembrato particolarmente stimolante, per noi, che siamo chiamati ad impegnarci senza timore nel vivo dei conflitti per superarli.

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l conflitto nell'ambito della Chiesa

Vincenzo Zani

Il concetto sociologico di "conflitto" è una chiave di interpretazione che può essere utilizzata per leggere l'intera realtà sociale, religiosa, istituzionale, ecc., in quanto il conflitto fa parte del processo di interazione sociale. Non si deve, pertanto, temere di compiere questa analisi scientifica che ci mostra come alcuni tratti caratteristici del conflitto sono presenti ovunque. Cercherò di offrire qualche breve considerazione per fare intravedere questa prospettiva. 

1. Il conflitto nell'ambito della Chiesa. 

1.1. Partiamo, anzitutto, dal Vangelo stesso e dalla figura di Gesù così come ci viene descritta dagli evangelisti. Si può dire che molti discorsi e molti gesti di Gesù sono volutamente provocatori ed entrano in conflitto con la mentalità e la legge vigenti nel suo tempo. Solo qualche esempio:

- la serie di "guai" lanciati contro alcune categorie sociali (specialmente i ricchi);

- le invettive contro i dottori della legge: "ipocriti", "sepolcri imbiancati";

- "vedete come vi governano i grandi di questo mondo...";

- verso Erode: "andate a dire a quella volpe...";

- i miracoli compiuti in giorno di sabato contestano una visione legalistica della religione;

- "avete udito che fu detto..., ma io vi dico...";

- la cacciata dei mercanti dal tempio. 

1.2. L'esperienza dei primi tre secoli della Chiesa: i primi cristiani vivono una vita talmente in conflitto con la realtà e le leggi vigenti nel loro tempo che vengono considerati pericolosi e perciò eliminati. L'epoca dei martiri corrisponde con l'inizio di una "cultura nuova" - quella fondata sul Vangelo - che si pone in conflitto con la realtà circostante. Questa esperienza si verificherà molte volte lungo la storia della Chiesa, fino ai nostri giorni. 

1.3. A causa di un'interpretazione differente dei contenuti della rivelazione, sorgono lungo i secoli forti dispute teologiche che cristallizzano posizioni molto diverse e radicalmente contrapposte. Queste sono un'esperienza di conflitto interno che genera divisioni profonde e scismi nel cuore della Chiesa. Si tratta di un fenomeno che ha caratterizzato un lungo periodo storico; è il difficile processo di inculturazione dei contenuti della rivelazione. 

1.4. Le grandi correnti di spiritualità e la nascita dei grandi ordini e movimenti hanno introdotto nella Chiesa elementi di tale novità spirituale e istituzionale da creare, sia pure con la volontà di riformare la Chiesa, tensioni e dissesti profondi nel tessuto ecclesiale. Molti interventi dell'autorità ecclesiastica sono stati dettati dalla necessità di riportare armonia e unità nella Chiesa.

1.5. Il fenomeno della "teologia della liberazione", sviluppatosi negli anni '60 soprattutto in America Latina, sulla spinta di voler risolvere i problemi della  povertà, delle ingiustizie e disuguaglianze sociali, può essere letto anche come un'espressione del conflitto interno alla Chiesa. Le ragioni del conflitto possono essere accolte e tradotte in un cambiamento/miglioramento della realtà, ma possono anche radicalizzarsi in posizioni estremiste e ideologiche, creando spaccature difficilmente sanabili. 

1.6. In sintesi si può dire che, data la forza di novità del Vangelo irrompente nella storia, alcune caratteristiche del conflitto (come, ad esempio, uno scontro di interessi, desideri, volontà di cambiamento, obiettivi e interpretazioni di eventi e soluzioni) sono presenti all'interno della Chiesa ("Ecclesia semper reformanda"), ed all'interno di tutte le espressioni che compongono la comunità cristiana impegnata a testimoniare il messaggio cristiano in contesti storici e culturali diversi.

Oltre ai dinamismi interni alla Chiesa anche il rapporto di essa con il mondo molto spesso è stato improntato alla contestazione reciproca e alla conflittualità; basti pensare al periodo iniziato con l'epoca moderna fino ad oggi, con tutti i fenomeni sociali, culturali, ideologici che l'hanno caratterizzato, al processo di secolarizzazione, ecc.

Dunque la religione stessa, come affermano molti sociologi, assume a volte anche la  funzione di conflitto, inteso come contrapposizione di identità e di appartenenze, di antagonismo tra individui, tra individui e gruppi, tra gruppi, oppure come conflitto nei confronti della società e della cultura corrente.   

2. Il conflitto nella società.

Vorrei sottolineare soltanto due osservazioni di fondo. Anzitutto nella società il conflitto può essere visto a livello micro sociale o a livello macro sociale; cioè al livello delle relazioni tra persone e gruppi o a livello di organizzazioni/istituzioni politiche, economiche, culturali, sociali, ecc.

In secondo luogo troviamo nella vita sociale una serie di posizioni, identificazioni, atteggiamenti o visioni che sono tra loro contrapposte e che possono fare sorgere il conflitto. Per fare qualche esempio basti pensare alla contrapposizione esistente nel contesto delle relazioni sociali tra:

uomo-donna

giovani-vecchi

ricchi-poveri

destra-sinistra

tradizionalisti-progressisti

particolare-universale

uguaglianza-diversità

guerra-pace

maggioranza-minoranza 

3. Qual funzione svolge la sociologia nei confronti del fenomeno del conflitto? 

Anzitutto essa rende consapevoli della complessità del contesto sociale e degli elementi che possono scatenare il conflitto: quali meccanismi sociali (a livello micro e a livello macro) fanno nascere il conflitto? Quali sono i dinamismi caratteristici che si verificano nei conflitti?        

Quali forme o tipologie di conflitto si possono avere? Ad esempio tra maggioranza e minoranza; il conflitto economico tra consumatori e produttori; il conflitto di classe; il conflitto religioso; il conflitto tra nazioni; il conflitto tra gruppi o tra personalità; il conflitto di valori, ecc.

Quali strumenti vengono usati per manifestare il conflitto: resistenza passiva; linguaggi; sommosse razziali; insurrezioni violente; scioperi; guerre, ecc.?

Quali funzioni sociali può svolgere il conflitto? Ad esempio: dare sfogo ad una situazione di tensione sociale; produrre effetti organizzativi nelle relazioni tra gli individui e i gruppi coinvolti; creare effetti socialmente distruttivi. 

4. Quali contributi offre il carisma dell'unità di fronte al conflitto?  

Anzitutto credo che dinanzi al conflitto occorra evitare sia l'atteggiamento della utopia ingenua sia quello del disimpegno o del timore. La sociologia fornisce un insieme di strumenti scientifici e analitici importanti per conoscere la natura e le caratteristiche del conflitto: fenomeno che si può incontrare in ogni campo della vita sociale, organizzativa ed ecclesiale.

Indubbiamente il carisma dell'unità offre nuove categorie di approccio e di lettura della realtà o, comunque, immette nei concetti sociali utilizzati dalla sociologia una luce nuova. Basti pensare, ad un esempio, alla "categoria trinitaria" e a tutti i suoi derivati in ambito sociologico. Si tratta di una vera possibilità di rivoluzionare le scienze sociali; infatti il carisma dell'unità non può non includere tutto ciò che gli specialisti e i classici di questa materia hanno elaborato - compreso il conflitto - ma allo stesso tempo lo supera e lo proietta oltre, in un orizzonte di soluzione e di prospettiva nuova.

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