Bennie Callebaut

L'ispirazione diventa vita quotidiana:

gli anni sessanta, la scintilla ispiratrice, l'interesse comune

Bennie Callebaut
Sociologo, ricercatore in Sociologia delle religioni all'università di Lovanio.

Quale dinamica mette insieme i tre attori che abbiamo presentato? Un sociologo come Max Weber, tra tanti altri, spiega che la storia degli uomini si muove principalmente secondo la dinamica degli interessi dei differenti attori: essi sono come i motori che  muovono le cose lungo i binari della vita sociale. Ma Weber indica anche che il dove sono diretti questi binari può essere invece determinato dalle grandi idee del momento che danno come un orientamento all'insieme.

La domanda allora che ci possiamo porre è: quali sono gli interessi in gioco in questa relazione?

L'interesse dei Bangwa è più che evidente: sopravvivere, debellare le malattie. Per sopravvivere, bisogna fare in modo che si organizzi un sistema sanitario. Ma come attrarre personale competente in questo posto lontano da tutto? Lo Stato camerunese, negli anni Sessanta, non ha la possibilità di procurare ai Bangwa il necessario. La politica di questo governo regionale è chiara: aspetta che i missionari (cattolici o protestanti) pensino loro a fornire gli elementi indispensabili ad una società civile modernizzata. Aspetta, dunque, che le missioni costruiscano scuole, ambulatori o ospedali e parrocchie; solo successivamente si pensa ad assicurare la presenza dello Stato.

C'è un rapporto molto positivo, agli inizi degli anni Sessanta, tra le Chiese e  il governo regionale che ha l'autorità sulla parte anglofona del Camerun dove si situa Fontem. Il premier di questa regione ha concluso degli accordi con il vescovo cattolico: la Chiesa si doveva occupare di procurare il personale e di costruire gli ospedali,  il governo di trovare i fondi e  pagare gli stipendi.

Per questo, il vescovo Peeters è alla ricerca di personale sanitario, il personale missionario classico non basta per rispondere a tutte le esigenze della popolazione. Cerca persone pronte a fare opera da pionieri, con stipendi ovviamente bassi. Quando incontra un medico laico focolarino (Giandomenico Catarinella), il vescovo Peeters scopre i Focolari. Peeters è olandese e molto conscio che i laici sono una forza nuova nella Chiesa, forza che bisogna valorizzare secondo vie ancora da inventare. Va al Concilio e ne approfitta per fare visita a Chiara Lubich (1963), per chiederle se può mandare altre persone competenti, medici e infermieri, ed iniziare così anche in Africa l'esperienza del Movimento.

Quale interesse ha il Movimento dei Focolari in questa prima fase?

Come ho detto in precedenza, l'idea di fondo di Chiara Lubich, la sua visione  "unitaria" - secondo l'espressione di Max Weber -, è che l'unica cosa intelligente da fare nella vita, l'unica che rende felici, è  "vivere per la fratellanza universale", come la riassume sovente. Inoltre, i Focolari sono in questi primi anni Sessanta in piena espansione: può mancare l'Africa? L'interesse quindi è di verificare, in questa ottica della fraternità, se il proprio approccio funziona anche per l'Africa subsahariana. La richiesta del vescovo sembra suggerire che il momento può essere arrivato. Così, in due ospedali diversi della regione nord-occidentale, viene a lavorare un gruppo di focolarini, uomini e donne. Dopo due anni, però, il bilancio è solo mediamente positivo. Hanno fatto le prime esperienze con il mondo africano, hanno lavorato con competenza e sono stimati, ma hanno potuto combinare ben poco per sviluppare i contatti e far crescere il Movimento dei Focolari. La lontananza fisica delle due comunità, maschile e femminile, e il cattivo stato delle strade rende difficile i viaggi e impedisce una testimonianza comune. Inoltre, la struttura missionaria esistente è ben radicata e non sembra lasciare spazio a qualcosa - ossia i Focolari -  che in fondo nessuno capisce bene cosa siano veramente! La situazione sembra bloccata.

Quale commento suscita questo stato di cose nel sociologo?

Abbiamo una situazione che ricorda per molti aspetti le pagine ben note di Max Weber su come cambiano le società tradizionali. I cambiamenti avvengono in gran parte attraverso figure che egli chiama carismatiche, che portano un messaggio innovativo che scombussola le convinzioni vigenti, e che suscitano un seguito di persone che crede che quella figura abbia un dono particolare (di origine divina o anche umana). Weber sottolinea, tra le altre cose, che è sull'autorità e la fede in queste persone, leaders, che tanta gente cambia mentalità e inizia a vivere diversamente. Col tempo la novità così portata diventa una nuova tradizione o si traduce in un nuovo sistema legale-razionale. Weber chiama il suo approccio ideal-tipico, indicando così che si tratta di una costruzione intellettuale che non può essere ritrovata in realtà così come è pensata, perché nella vita reale si trova sempre un misto di cose: la tradizione, il sistema legale-razionale e, a volte, anche tratti di cambiamento sotto l'azione di "carismatici".

L'approccio sociologico impone un terzo elemento. "Troppo facile - direbbero alcuni sociologi - andare a cercare nella realtà qualche conferma di una teoria che piace". Occorre, come propone Popper, falsificare l'ipotesi di lavoro, provare ad analizzare l'ipotesi contraria; ossia, controllare anche l'ipotesi chiamata "ipotesi zero". Tale ipotesi sarebbe, nel nostro caso, che l'incontro tra i Bangwa e i Focolari rientrasse nella normalità delle cose, fosse assolutamente razionale e logico, iscritto nella tradizione, la quale prevedeva che si instaurasse questa collaborazione. È con questi vivi interrogativi che vi invito ad ascoltare  gli interventi che ci raccontano la prima fase, quella degli anni Sessanta.

Abbiamo, dunque, due alternative: o si spiega tutto come una evoluzione normale, o questa non spiega la reale dinamica e si deve allora ricorrere all'altra ipotesi, a qualcosa che possiede elementi di originalità e che presenta un processo di cambiamento sotto l'influenza di una persona carismatica!

Qual è la scintilla che fa partire tale dinamica?

Un membro dei Focolari, medico, che lavora come missionario laico nella diocesi nord-occidentale del Camerun, è rimasto impresso al vescovo Peeter, che sta cercando di capire come la Chiesa può superare certe impasses.

Abbiamo dunque i tre nostri attori  ed il contesto. Cerchiamo pertanto di cogliere la dinamica.

La storia dei Focolari con Fontem comincia concretamente la sera del 6 febbraio 1966 quando arrivano sei uomini, mandati dal vescovo in accordo con Chiara Lubich: un medico, Lucio Dal Soglio; un geometra, Franco Pellegrini; il meccanico Vittorio Brugnara e tre giovani di Bamenda, Dominic, Florian e Benedict, che già precedentemente condividevano la vita dei focolarini a Shisong.

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