Nella prefazione al libro L’amore Al Tempo Della Globalizzazione, Verso Un Nuovo Concetto Sociologico (Araujo V., Cataldi S., Iorio G., 2015), viene esplicitato il fulcro del dibattito sociologico esistente dagli anni Novanta: l’intenzione della sociologia di contaminarsi con altre scienze, con l’obiettivo di espandere i propri strumenti di analisi.

Si prevede un’apertura della sociologia, in particolar modo, alle scienze umanistiche, poiché l’idea di “controllabilità, certezza e sicurezza” (Araújo, 2015, p.5), ascrivibile all’Illuminismo, sta crollando. Nel libro è illustrato il pensiero del gruppo Social-One, un gruppo di Scienze Sociali in Dialogo, che è composto da sociologi e studiosi di servizio sociale. Essi credono fortemente nello studio dei fenomeni sociali basato su una dinamica dialogica che promuove l’ascolto e la reciproca apertura nei confronti della disciplina dell’altro. Questo gruppo di studiosi si contrappone fortemente a una logica di chiusura, promuovendo l’interscambio disciplinare.

Gli autori invitano la sociologia, dunque, ad aprirsi verso il concetto di agape, estrapolato dal cristianesimo, per essere utilizzato come strumento sociologico utile all’interpretazione della realtà.

Secondo Chiara Lubich, il concetto di agape e quello della Trinità cristiana sono collegati. Lei sostiene che Dio è in grado di dimostrarci il suo amore, di tipo agapico, attraverso il sacrificio di Suo figlio, mostrando, con questo gesto, il Suo amore incondizionato nei nostri confronti. L’azione risulta essere totalmente scollegata da propri fini individuali e pone noi, che riceviamo il gesto d’amore, in una posizione di superiorità rispetto a Dio stesso.

Si asserisce nel testo che, in una relazione di amore agapico, l’oggetto d’amore si trova in una posizione superiore rispetto a colui che compie l’azione. Conseguentemente, colui che compie l’azione agapica va in contro all’oggetto d’amore, si addossa le sue sofferenze e i suoi bisogni e  pensa solo al bene dell’altro . Non esiste, dunque, spazio per l’egoismo.

L’agape è composta da due caratteristiche fondamentali:

  1. Non è un sentimento ma è un agire, riguarda il fare, il prendersi cura dell’altro,
  2. Non avviene in luoghi speciali, ma in ambienti della vita quotidiana, poiché chiunque ha la possibilità di dare inizio a un’azione agapica.

Il tentativo compiuto nel testo, dunque, è di studiare un fenomeno sociale già esistente, riconoscendolo attraverso nuovi strumenti multidisciplinari.
Il concetto di agape è definibile come un’azione, una relazione o un’interazione sociale nella quale i soggetti coinvolti mettono in atto un’eccedenza (ad esempio nel dare o nel ricevere) e offrono di più di quanto la situazione richieda loro. L’agape è una pratica, e si manifesta senza un’aspettativa di ritorno di interessi personali. Non è dettata da un principio utilitaristico, né da un principio di equità, non ha nulla a che fare con la solidarietà e soprattutto non presuppone reciprocità.
Se l’amore agapico postulasse la reciprocità negherebbe sé stesso, poiché le caratteristiche che lo compongono sono proprio:

  1. Gratuità;
  2. Ricerca del bene dell’altro;
  3. Disinteresse (rispetto agli interessi personali);
  4. Estraneità dalla dimensione di retribuzione e gratificazione.

Tuttavia questo non esclude che l’azione agapica possa generare un qualsiasi tipo di restituzione, non lo pretende, ma è possibile che la sua natura induca l’altro a restituirla.

È possibile che l’azione agapica sia guidata da predisposizioni individuali, come svolgere una professione di aiuto, oppure sia scaturita da eventi antecedenti a esso.

Può essere interessante, per ricerche future, studiare l’agape in questi termini, osservando consequenzialmente:

  • Il “Prima” (generatività dell’agape, esiste una variabile con la quale potrebbe essere correlata? In che modo le caratteristiche individuali di personalità e del vissuto influenzano quest’azione?);
  • L’azione Agapica;
  • Il “Dopo” (gli eventuali soggetti riceventi accettano l’azione? Quali conseguenze ha portato nella società?).

Le azioni agapiche esistono e sono definibili solo in quanto tali, e differiscono dal concetto di solidarietà o di dono, poiché la solidarietà prevede un coordinamento e assistenza reciproca fra i membri di uno stesso gruppo, mentre il dono prevede che ci sia un ritorno dell’azione.

Bibliografia:

Araujo V., Cataldi S., Iorio G., 2015, L’amore Al Tempo Della Globalizzazione, Verso Un Nuovo Concetto Sociologico,  Citta’ Nuova Editore

Liliana Dassisti

FONTE: www.psychondesk.it 

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